Presentati
Sono Raffaella Stefanelli ho 49 anni. Non ho figli e non sono sposata. Ho sempre lavorato nell’amministrazione o nella gestione HR di aziende più o meno importanti. Per un lungo periodo nel settore moda. Poco prima del lockdown per una scelta personale legata alla mia salute ho deciso di abbandonare il lavoro da dipendete e intraprendere una strada più libera da vincoli che mi permettesse di gestire meglio il mio tempo e le mie risorse.
Qual è la tua storia?
Sono una sopravvissuta. Cresciuta senza un padre, che ha deciso che io non fossi sua figlia. Ho avuto da sempre una salute particolare, due trapianti d’organo e svariate altre operazioni nonché ricoveri ne sono la fotografia. Un matrimonio fallito alle spalle. Cresciuta in un ambiente dove da sempre la creatività, l’arte in genere e anche l’antiquariato sono stati argomento e motivo di crescita personale. Sin dai miei bisnonni in casa l’arte è stata la spinta e la musa, se solo a volte di scelte lavorative, sempre di progetti e di conversazioni.
Perchè fai la collezionista?
Definire cosa faccio e perché Albena mi abbia scelto per questo progetto è difficile da spiegare senza portarvi dentro la mia casa. Da sempre “colleziono”! Libri d’arte, oggetti particolari, ricordi vintage, complementi bizzarri. E quando posso li assemblo e li trasformo dando nuova vita a “cose” dimenticate. C’è sempre un qualcosa che una nonna butterebbe mentre io la salverei dall’oblio. Ovviamente ho delle passioni passeggere e temporanee. Attualmente ahimè i cervi!
Lo fai da sempre?
Assolutamente si. Rovistavo nei banchetti dei robbi vecchi già dalle elementari e la mia prima paghetta l’ho spesa per comprare degli animaletti di ceramica che ovviamente ho ancora. Come hai cominciato? Il mio bisnonno era un antiquario e l’altro un marinaio, anarchico/pacifista, miniaturista grande amico di Ungaretti e frequentatore dei salotti culturali di fine ‘800. Mia nonna una delle prime laureate in lettere. Mio nonno costruiva sotto i miei occhi case in miniatura e disegnava sotto i miei occhi di continuo. Mia madre appassionata di archeologia. Mi hanno nutrito da sempre di questo.
È la tua fonte principale di reddito?
Purtroppo no. Sarebbe magnifico, ma forse no. L’ansia del guadagno scioglierebbe quella patina di fantasia e libera immaginazione. Toglierebbe leggerezza. Sicuramente un maggior potere economico mi permetterebbe più libertà nell’accumulo, ma dovrei comprare un’altra casa per contenere tutto ahahaha. Ho comunque dei progetti in cantiere.
Hanno mai cercato di “tagliarti le ali”?
Fortunatamente no.
Dove ti senti a casa?
Questo è un problema. Amo la mia casa è la mia tana, il mio rifugio, è dove tutto è ricordo e storia. È me! Allo stesso tempo sento forte il desiderio di vedere qualsiasi posto mi capiti l’opportunità di visitare. Quindi quando sono fuori mi manca casa e quando sono a casa ho la valigia sulla porta che freme.